martedì 5 aprile 2016

Grado Tecnologica e Verde - Banco d'Orio

Grado Tecnologica e Verde
La crisi è un passaggio, una trasformazione, e di trasformazione Grado ha bisogno: gli appartamenti a Grado, “fortunatamente”, non si vendono più. Non riproponiamo gli errori già fatti continuando a costruirne di nuovi con le stesse logiche.

Da anni Amministrazioni più lungimiranti e meno oppresse dalla speculazione, hanno intrapreso la strada del blocco dell'espansione edilizia, puntando sulle altre peculiarità dei luoghi: ambiente, servizi, storia.
Personalmente sono per lo Stop al Consumo di Territorio, per usare uno slogan conosciuto, per puntare con decisione alla riqualificazione dell'esistente e alla ricucitura degli spazi verdi in un sistema di funzioni integrate a basso impatto (per residenti e ospiti), che oggi non c'è, che vada dalla Costa Azzurra alla Pineta e oltre, fino alle frazioni di Fossalon e Boscat.
Dal punto di vista edilizio la zona Sacca è l'unica che possa rappresentare, per un 20-30% della sua superficie, uno spazio per una residenza stabile, con appartamenti da almeno 70 mq. Mi spingo oltre: Grado deve recuperare la sua identità, e mi riferisco al tessuto urbano fino agli anni 50/60 e alle ville dei primi del novecento, attraverso un progetto generale di “Recupero della memoria” (evitando ovviamente banali riproposizioni di edifici in copia), permettendo ai privati di riqualificare gli edifici senza perdere patrimonio e senza crescere in altezza. L'idea è: riprogettiamo il centro con qualità, recuperando anche forme e richiami al passato (Liberty, piazze storiche…) e spostiamo le cubature in eccesso, entro la quota consentita. Riducendo drasticamente la lottizzazione della Sacca potremmo realizzare pochi e nuovi quartieri abitabili, ecologici, in classe energetica A: l'area B0 va mantenuta e se possibile estesa e il Piano regolatore dovrebbe fornire indicazioni precise in base alle zone, attraverso abachi tipologici di riferimento per garantire qualità, continuità e riconoscibilità al tessuto edilizio della città.
Chi vorrà presentare progetti innovativi anche nelle forme dovrà sottoporre il progetto al giudizio di una commissione di esperti di caratura internazionale. Ma su questo, essendo un ragionamento complesso, vorrei esprimermi in altra occasione.

Una seconda riflessione sul territorio esteso.
La Mula di Muggia è una grande risorsa per Grado: una nuova laguna in formazione. La nostra laguna, a detta di studiosi
della materia, è unica in Italia e forse nel mondo. La Natura sta formando un ulteriore specchio lagunare a mare con un nuovo cordone litoraneo, simile, in futuro, al Banco d'Orio: una grande occasione.
Questa evoluzione non può essere contrastata con escavo di canali e formazione di darsene che sono destinate ad interrarsi e a morire, ma anzi va agevolata e accelerata: la Pineta va ripensata. Ci sono modelli collaudati di turismo in laguna, come la Camargue in Francia, che possono fornire utili spunti di riflessione. La Pineta potrà diventare un quartiere situato in un punto nodale tra le due lagune. Dobbiamo pensare però ad una fruizione diversa rispetto al passato: non più sole e spiaggia (peraltro qui mai decollata veramente), ma natura, ambiente, passeggiate a cavallo e a piedi, osservazione della flora e della fauna…
Il cordone sabbioso che si sta formando a mare, in alcuni punti già visibile, sarà una nuova spiaggia di molti chilometri che, lungi da speculazioni edilizie spinte, potrà in misura corretta e controllata, rappresentare finalmente il grande lido per gradesi - collegata all'attuale spiaggia GIT - per ospiti e ospiti pendolari che non dovrebbero più riversarsi nel centro città con tutti i problemi del traffico, per raggiungere i lidi centrali. Sfrutterebbero di più e meglio gli accessi da Est.


La viabilità è un problema che va affrontato ponendo attenzione a due aspetti: da una parte i Nodi generatori di traffico (spiagge ad esempio) e dall'altra le aste viabilistiche e i tempi di percorrenza. Ma questo è un altro argomento.

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