venerdì 30 settembre 2016

Grado Tecnologica e Verde - Variante Alberghi

LA VARIANTE ALBERGHI

In Comune si discute da luglio sulla necessità di una variante alberghi e sui limiti da imporre in altezza onde evitare edifici troppo altri per la città.
Preciso che non sono mai stato dell'idea che parametri quantitativi (altezze massime, metri cubi realizzabili, distanze…) possano garantire una qualsiasi qualità architettonica: non è così che si fa architettura di qualità, ma tramite idee e persone che siano in grado di produrle. Mi dichiaro inoltre aprioristicamente contrario agli sviluppi in altezza degli edifici nella nostra cittadina.

Grado è situata tra la laguna e il mare, nel mezzo di ambienti naturali eccezionali, con vista sul golfo di Trieste, Carso e Alpi; insomma una posizione incredibilmente bella ed esclusiva.
Gli ambienti di Grado sono quello che una volta si sarebbe riconosciuto come zone a “vocazione parco”, come area esclusiva e ricca sia per i valori naturalistici, che estetici ed antropici.

Legambiente a luglio ha organizzato una bella iniziativa, una delle tante, per conoscere meglio il nostro ambiente. Durante gli incontri è stata citata una frase famosa di Alex Langer per un nuovo modello di vita: “più lento, più profondo, più dolce”. Vorrei tener presente questa frase per la breve riflessione che vorrei fare.

Una variante urbanistica (nello specifico per gli alberghi di Grado) per limitare le altezze credo sia utile: ho votato contro l’espansione verticale fin dalla prima variante Marin.
Personalmente sono dell’idea che Grado, essendo virtualmente e non solo all’interno di un “ambiente-parco”, con valori unici, debba rimanere “morbidamente” distesa tra i suoi dossi, o su quello che ne rimane.

Non voglio perdermi in giustificazioni strutturali sulla non opportunità di fondare grattacieli sul fango (non sono un esperto e non voglio rischiare quindi di dire inesattezze perché una qualche soluzione tecnica ci sarà sicuramente per palazzi di trenta piani da appoggiare nel fango del sottosuolo di Grado), ma mi domando che senso abbia realizzare edilizia verticale, che è sempre “più aggressiva e più speculativa”, in un ambiente come il nostro dove dovrebbe prevalere l’inserimento ambientale, l’utilizzo di energia pulita, il rispetto delle dinamiche naturali, uno sky line pulito: abbiamo già dato.
A mio modesto parere Grado deve recuperare una dimensione più “soft”, puntando sulle peculiarità ambientali e storiche, su un turismo “più lento, più profondo, più dolce”: biciclette, convenzioni con il territorio esteso, servizi.

Quindi, per tornare a bomba, quale deve essere la misura più corretta per limitare le altezze e garantire a Grado una qualche qualità percettiva ? perché 18 metri e non 17 ? o 20 e non 19 ? quali sono i parametri certi per determinarle, se ne esistono?
Credo che se continuiamo a porre il problema in questi termini, come ne stiamo discutendo da un paio di mesi, non troveremo una soluzione ragionevole, perché non esiste una regola che lega qualità a quantità.

Forse converrebbe porci un’altra domanda: quanto durerà questa norma e come posso gestire al meglio le pressioni, anche legittime, in atto? Quanto durerà la nuova variante che avrà un tempo di gestazione e di avvio di forse un anno? Sicuramente, o meglio probabilmente, una volta in vigore, avrà valenza fino alla fine del mandato di questa amministrazione perché sul dopo-Raugna non possiamo sapere. Quindi 3-4 anni ? In quattro anni quanti alberghi saranno interessati dalla variante ? Pochi, forse solamente l’albergo del Castelletto: oggetto di riflessione già da parecchi anni, almeno dieci.
Proporrei per questi motivi un diverso approccio al problema:

mercoledì 1 giugno 2016

Grado Tecnologica e Verde - Addio alla "Spiaggia"

ADDIO ALLA SPIAGGIA AUSTRO UNGARICA DI GRADO

Stato attuale: unica concessione della spiaggia principale gestita da GIT.

Stato futuro secondo “Variante Spiagge” (adozione 29 marzo 2016): n.13 stabilimenti indipendenti sullo stile di Lignano o Bilione,  senza storia né tradizione, oltre a barconi galleggianti lungo la diga, di varie forme, senza regole, gestiti in maniera indipendente e diversificata dal concessionario di turno, che potrà comunque chiedere un ingresso per accedervi, esattamente come nella attuale spiaggia GIT.


Siamo di fronte ad una scelta epocale per Grado, e sottolineo epocale, perché qualcuno ha deciso di cancellare un secolo di storia senza dire nulla, senza coinvolgere nessuno. Una variante urbanistica, fatta da un commissario, e quindi non da una amministrazione eletta dai gradesi, stravolgendo non solo una realtà turistica che è simbolo, nel bene e nel male, della città, ma che ne caratterizza fortemente l’immagine turistica. La  spiaggia a pagamento di Grado è stata sempre un elemento di qualità rispetto alle spiagge concorrenti.
E’ opinione personale che, anche nel caso in cui la concessione GIT dovesse essere cancellata o addirittura la stessa GIT, e non me lo auguro di certo, dovremmo batterci come Gradesi per mantenere unita la Spiaggia! l’unità delle spiaggia è un valore aggiunto.
Quella di dividere la spiaggia, peraltro,  è una decisione assunta senza nessun coinvolgimento della gente, nessuna valutazione allargata, nulla: solo una variante “d’ufficio”. C’è veramente da indignarsi: un pezzo di Grado cancellato per autorità imposta e con quale utilità?
Se qualcuno sostiene che la direzione della GIT non è adeguata, beh, allora discutiamone ed eventualmente interveniamo lì, ma non non cancelliamo Grado.
Certo, nulla di nuovo rispetto ai metodi delle più becere e violente amministrazioni di oscura memoria, ma anche una novità in quanto voluta e attuata da un “amministratore pro tempore", incaricato dalla Regione di gestire il passaggio fino alla nuova Amministrazione.
Non ho conosciuto molto bene il dott. Kovatsch, ma posso dire che mi pare una persona onesta e sensibile, ma che non conosce Grado e la sua storia. Non ne conosce le tradizioni. L’unica cosa che non mi sarei aspettato è che su un tema così importante per la città, abbia voluto comunque decidere, in fretta e autonomamente, e decidere imponendo la sua autorità.

Gli effetti per il nostro turismo ci saranno: un altro livellamento verso il basso rispetto alle offerte di altre spiagge dell’Adriatico.

Il secondo punto che mi fa arrabbiare è che nella variante alberghi non è stato assolutamente considerato il Banco della Mula di Muggia; o meglio, se ne parla si, ma come un problema rispetto alle nuove concessioni previste, che arriverebbero ad

Grado Tecnologica e Verde - Un esempio di progettazione partecipata

Norimberga, quartiere Goestenhof Ost

Nel 1988 la città di Norimberga ha iniziato un percorso di riqualificazione urbana che è durato fino al 2006: 18 anni ! Nessuna nuova amministrazione che è succeduta ha mai pensato di stravolgere il progetto;
- sono stati coinvolti 5.035 abitanti di cui il 60% tedeschi ed il restante di diverse nazionalità;
- sono state spostate, a rotazione, 2.679 famiglie con l'ausilio di: mediatori culturali, psicologi, architetti, esperti di architettura ecologica e risparmio energetico;
- organizzate 4 assemblee per anno con notiziari (giornalini) multilingue per tutte le persone coinvolte;
- la superficie interessata di intervento è stata di 25,4 ettari;
- è stato ridotto il consumo di suolo per nuove edificazioni;
- si è aumentato il riciclaggio dei rifiuti;
- si è favorita una maggior coesione sociale anche attraverso il meccanismo della partecipazione.
Non pensiamo che tali interventi possano essere attuati con disposto calato dall'alto. A mio giudizio dobbiamo solo imparare, in questo caso, purtroppo !

lunedì 30 maggio 2016

Grado Tecnologica e Verde - Un Metodo di Lavoro


PROGETTO ATTIVO
Cosa è Progetto Attivo e perché è nato?
nella mia città, che è Grado, raramente nel passato abbiamo avuto Amministrazioni comunali disponibili a "cedere parte del loro potere", dialogando con i cittadini quando si trattava di decidere sul Piano regolatore. Troppo complicato, troppi ragionamenti, troppe pressioni e troppi interessi da concordare: "meglio decidere in pochi, si fa meglio e si fa prima e poi si spende meno" (!).
Possiamo essere d'accordo se si tratta di una buca da riempire, di una strada da asfaltare, ma non se si parla di piani di espansione che raddoppiano la superficie del paese, o del Piano dei Porti o anche della ristrutturazione del Cinema Cristallo: in questi casi le scelte sono importanti e tracciano una linea che va oltre l'immediato di un orizzonte elettorale. In questi casi le scelte devono essere ben ponderate e soprattutto condivise. Condivise perché spesso tali scelte vengono poi gestite da due o addirittura tre amministrazioni diverse, pensiamo alla Sacca o alla Cavarera, e se i cittadini non sono coinvolti, non hanno partecipato ai processi decisionali, si rischia che parti positive del progetto vengano stralciate solamente perché prodotte dagli "avversari politici" di turno.

Per provare che si può fare in modo diverso anche da noi è nato PROGETTO ATTIVO AQUILEIA 2008, un'idea che ha visto protagonisti, oltre al sottoscritto quale promotore, alcuni colleghi, una Associazione di giovani e preparati progettisti denominata &cO e una decina di ditte del settore edile, bioedile.
Aiutati per la diffusione dell'idea dal nostro giornale BiologicamenteCasa e dalla presenza decennale in Casa Moderna, abbiamo deciso di offrire alla Amministrazione comunale che avesse aderito, un progetto urbano, completamente gratuito, con l'unico obbligo di discuterlo con la gente. I risultati sono stati sorprendenti: sette Comuni della Bassa contattati, tra cui Grado: uno solo disponibile, Aquileia.
Gli altri ci hanno negato la collaborazione sostenendo che "nessuno fa niente per niente", chiedendo "ma cosa c'è dietro?"
...nulla, dietro non c'era proprio nulla, solo una bella sinergia: i giovani progettisti si sarebbero messi in luce, le ditte avrebbero avuto un po' di pubblicità, io la soddisfazione di vedere applicato un principio in cui credo e il comune un progetto, gratuito, per migliorare il proprio territorio. Il progetto ha riguardato P.zza F.lli Cervi e viale Gramsci.

L'Amministratore che ci ha aperto le porte del Comune era proprio Luciano Cicogna, oggi candidato Sindaco, che non solo ha aderito all'idea, ma ha organizzato incontri presso il Municipio ed una mostra dei nostri progetti. Le idee, l'entusiasmo e i progetti sono stati recepiti all'interno del piano regolatore con una norma specifica. Il punto importante non è stato tanto questo, quanto il fatto che gli abitanti di Aquileia "hanno visto" che cosa si potrebbe fare, come si potrebbe migliorare quella parte di paese. Nel momento in cui dovesse arrivare una qualche Società che propone un progetto inadeguato per quell'area (un mega parcheggio, piuttosto che un centro commerciale - tanto per dire), i residenti avrebbero un metro di confronto per poter scegliere e poter dire la loro. Tengo a precisare che nessuno di quelli che hanno lavorato a Progetto Attivo hanno poi avuto alcun incarico, né personale, né in gruppo, da Aquileia.

Io sono convinto che la nuova Amministrazione che governerà Grado, dovrà applicare questo principio ai progetti architettonici importanti e a tutti i Piani urbanistici, soprattutto perché i progetti che interesseranno Grado, nei prossimi anni, dovranno essere strategici e di lungo respiro: non possiamo più contare su rendite di posizione.

Per approfondimenti: PROGETTO ATTIVO AQUILEIA 2008BiologicamenteCasa n.12 e n.13

mercoledì 25 maggio 2016

Grado Tecnologica e Verde - Parcheggi

PERCHE’ IL PARCHEGGIO GIARDINI-CARPACCIO NON RISOLVE NULLA

Molti parlano di soluzioni certe e sicure per i parcheggi di Grado, con un decisionismo a volte anche affascinante, ma che non garantisce la competenza e la qualità della soluzione proposta.
Attualmente la zona del parcheggio Giardini-Carpaccio serve circa 160 posti (visibili anche dalla foto allegata – quattro file da 40 posti per semplificare) nella parte interna e cioè esclusi i parcheggi su via Grego e via Rizzo.
Abbiamo provato a fare un po' di conti:
- nel caso di un nuovo parcheggio su due piani, come proposto da qualcuno, dovremmo allargare di circa 3 metri via Rizzo, perché attualmente troppo stretta (o via Grego visto che lo stradone centrale verrebbe eliminato) ottenendo così un “rettangolone” lordo di m 44 x 130 circa che sarebbe la sede del nuovo Parcheggio;
- oltre, a nord verso la rotonda, non si può andare perché sotto ci sono gli impianti della geotermia e il relativo pozzo;
- sottraendo la superficie necessaria per le rampe (mq 98+98) avremmo una superficie utile di circa mq 5.524 corrispondente teoricamente a 221 posti auto. Dico teoricamente perché il numero è frutto di una semplice divisione tra superficie totale e metri quadri per auto. Poi, nel progetto, vanno previsti pilastri, spazi di manovra ed altro che abbasseranno quel numero almeno di un 5%, portandolo a 210 p.a., per essere molto ottimisti.
Se moltiplichiamo 210 per i due livelli (piano terra e primo piano) otteniamo 420 posti auto teorici, con una costruzione alta circa 5 metri. Dobbiamo però a questo punto togliere dal conteggio i 160 posti esistenti, che andrebbero soppressi per far spazio alla nuova struttura. Quindi i nuovi parcheggi sarebbero solo 260 ! un numero molto esiguo per un intevento così impattante.
E quanto potrebbe costare? Mediamente un parcheggio di questo genere è stimabile tra i 12.000,00 e i 15.000,00 euro a posto auto; per un costo complessivo di (420 x 12.000,00) 5 milioni di euro, più o meno. Un costo che non si ammortizzerà mai, visto che il parcheggio sarà totalmente occupato, tenendoci larghi, 60 giorni in un anno, e parzialmente per altri 60. Al costo di 8 euro al giorno per (420 x 60 + 140 x 60) otteniamo un incasso teorico, e sovrastimato, di circa 270.000,00 euro/anno per coprire i costi di gestione, i costi di manutenzione e l’ammortamento, compreso interessi.
I dati credo che si commentino da soli, senza pensare poi all'ingombro per gli abitanti del posto che si vedrebbero dequalificare l'area a fronte di vantaggi praticamente inesistenti.
La soluzione ai problemi dei parcheggi a Grado, a nostro parere, non è qui.

domenica 15 maggio 2016

Grado Tecnologica e Verde - Parcheggi e Viabilità

Dobbiamo pensare ad un sistema e non ad un parcheggio.

Penso si possa affermare che “le motociclette stanno alle calli del Centro Storico come le auto stanno alle strade del centro di Grado”. Mi spiego meglio: ci fermiamo sempre a ragionare sui parcheggi, insufficienti a Grado, ma consideriamo poco il fatto che se anche li dovessimo costruire in centro (sotto le spiagge, sopra, nei palazzi...) rimarrebbe un grosso nodo irrisolto che è l'intasamento delle nostre strette vie.
Il sistema viario di Grado “non riceve e non potrà mai ricevere” più flussi, anzi, quelli che è costretto a gestire in estate sono assolutamente fuori scala: pensiamo a tutto il traffico veicolare in ingresso e uscita verso Colmata-Spiaggia Azzurra: passa tutto dal porto ! Via Manzoni e piazza XXIV maggio, intasandolo e rendendolo un'ambito di seconda categoria, una sorta di “tangenziale interna”, dove i flussi veicolari nei sabati e domeniche estive lo rendono impraticabile per pedoni e biciclette. Un patrimonio, il Porto, a dir poco mal utilizzato, se non addirittura sprecato.
Penso si possano aggiungere ancora due riflessioni:
1. per i motivi di cui sopra i flussi nel centro devono essere limitati; non tutto il Centro potrà essere percorribile da chiunque, ma assicurato ai residenti e ai servizi. Va definito a tavolino il Carico massimo ammissibile dai quartieri cittadini ed una volta stabilito, quello sarà il parametro: una volta raggiunto (definito oggettivamente in base al rapporto tra stalli esistenti, necessità di residenti e alberghi) l'area deve e ripeto deve essere interclusa ai turisti, anche con semplici semafori.
2. i parcheggi a Grado non possono essere gestiti se non in maniera coordinata e unitaria con estese zone a traffico limitato: praticamente tutto il centro fino al Palazzo dei Congressi. I posti liberi di rotazione dovranno essere leggibili in tempo reale attraverso tabelloni informativi, pagine web e anche app per smartphone, in modo che i turisti che arrivano a Grado sappiano già dove parcheggiare, prima di attivare pericolosi e ingombranti caroselli di auto in ricerca affannosa di parcheggi.
I problemi restanti sono due, il primo è: come raggiungo il centro ed il secondo dove metto le auto in parcheggio. Prima di rispondere vorrei fare ancora una piccola considerazione: noi gradesi, bravi operatori turistici, dovremmo assicurare tempi di accesso per i turisti e non per le auto! Intendo dire che se noi continuiamo a pensare di portare tutte le auto che arrivano a Grado a ridosso delle spiagge sbagliamo l'approccio e poi non ci riusciremo mai, se non snaturando le caratteristiche e le peculiarità della nostra cittadina.
Detto questo cerco di rispondere agli ultimi due punti. Per quel che riguarda il primo, dobbiamo ragionare in termini di “servizi di accesso integrati”: biciclette (anche a noleggio con carta magnetica – bike sharing), bus-navetta, servizi via acqua (limitatamente), pedi-tur assistiti (anche con noleggio di carrelli appositi per il trasporto di ombrelloni e frighi portatili). Non dimentichiamo che il nostro irrinunciabile obiettivo è di “destagionalizzare Grado”: in sostanza tutte le politiche devono essere rivolte ad un turismo su 365 giorni l'anno (anche 300 vanno bene !), e quindi i processi andranno attuati per gradi con investimenti graduali per raggiungere la piena operatività in alcuni anni.
Ultimo punto, i parcheggi; su questo rispondo in modo sintetico:
a) razionalizzazione posti auto in zona Giardini Piazza Carpaccio, riva Garibaldi, viale Italia, zona ex-mercato estivo, Palazzetto sport = 210 nuovi posti;
Area Parcheggio Italia
b) nuovi posti provvisori (in attesa Park al punto successivo) disponibili per estate 2017 e successivamente da ripensare: aree di sfogo campo sportivo, area cimitero e area limitrofa a zona ex-mercato estivo (proprietà privata con convenzioni in atto) = 900 nuovi posti;
c) area piscina Italia, prima parte viale Italia per circa 19.000 mq: con un piano seminterrato ed un piano rialzato andiamo a circa 1.500 posti auto, strutturati e in parte chiusi.
Per esperienza personale i parcheggi interrati funzionano e sono realizzabili, ma in una località come Grado non sono, per ora, economicamente sostenibili. Hanno costi di costruzione attorno ai 40.000,00 euro per posto auto e non si ripagano se non utilizzati in tutto l'arco dell'anno, cosa che avviene solo nelle città.
Ci sono delle sinergie da attuare con i parcheggi delle nuove terme e trovare un sito nuovo, con nuove strutture, per il club del tennis. Da quello che mi risulta ci sono ragionamenti in essere con gli interessati e importanti aperture.
Un altro sito, futuro, per un parcheggio importante è sicuramente la zona del ex-mercato, ma essendo di privati andranno attivati procedure di negoziazione.
Gli accessi a Grado andranno differenziati, portando l'uscita autostradale principale a Redipuglia (Grado Est-Centro), evitando così il passaggio da Belvedere di camper, roulotte, turisti di Pineta e Spiagge attraverso il centro.
Personalmente ritengo che la linea, l'indirizzo sia questo; andrà poi ragionato e pesato con i gradesi già dal prossimo ottobre (in sedute pubbliche) e con i tecnici che verranno incaricati.


martedì 10 maggio 2016

Grado Tecnologica e Verde - Governare Grado




Il Programma elettorale è sufficiente ?

I programmi elettorali spesso si lasciano scrivere; per definire il proprio Programma ogni parte politica trova un equilibrio tra “idee fattibili” e “idee populiste”, cioè quelle che fanno colpo sulle persone, che giocano su aspettative a volte legittime ma oggettivamente irrealizzabili, con il solo scopo di riuscire a vincere le elezioni.
Ogni parte politica sceglie quanto è importante vincere a tutti i costi, “tanto poi si vedrà”, o quanto è importante governare bene, se si vince. La seconda scelta obbliga a fare programmi “fattibili”, presuppone quindi un maggiore rischio iniziale, ma decisamente una maggiore affidabilità della coalizione nella auspicabile successiva fase amministrativa.
C'è da dire poi che tra le “idee fattibili” una parte verrà realizzata ed una parte si scontrerà con le difficoltà amministrative, procedurali, burocratiche e con le tempistiche, a volte lunghe, dei processi decisionali pubblici: quindi quelle idee rimarranno sulla carta.
Tra quelle che verranno realizzate, credo di poter dire senza essere smentito, che alcune sarebbe meglio se non lo fossero perché a volte frutto di decisioni avventate, elettorali, non pesate e discusse a sufficienza: penso a scelte anche recenti.
Quindi, a conti fatti, tolte dai programmi elettorali le idee populiste, le idee fattibili ma bloccate dalle procedure e quelle di scarso spessore, potremmo dire che ben poco di quello che viene promesso prima delle elezioni “andrà in lavoro”, ma nonostante ciò bisogna dirle lo stesso per dare un messaggio, per far capire quali sono riferimenti, i pensieri che ronzano nella testa della coalizione che le propone.

Quello che invece farà davvero la differenza sarà la competenza, l'affidabilità, l'esperienza e perché no, l'onestà, delle persone indicate per il governo della città, congiuntamente al Metodo di lavoro.
Il Metodo di lavoro è il punto nodale; in passato abbiamo visto spesso sindaci e assessori comportarsi come dopo una partita di calcio, un derby: dove ci sono vinti e vincitori. I vincitori comandano e impongono e gli altri…
Senza considerare poi che il decisionismo autoritario non è assolutamente sinonimo di buon governo, anzi spesso è il contrario.

Quest'anno “comandare” dovrà essere sinonimo di “servire”, sostenere, amministrare bene e con la gente.
Grado ha bisogno di amministratori che non si chiudano nelle stanze del Palazzo dividendo e spartendo, ma di persone che abbiano la disponibilità e la forma mentale di aprirsi per parlare, discutere con la città, progettare le scelte importanti in piazza su web, nei posti istituzionali e non. L'Amministrazione che governerà dovrà avere l'umiltà di chiedere, ascoltare e poi fare sintesi per il bene comune.
Solo in questo modo riusciremo a definire un indirizzo per Grado per i prossimi anni: progettare in modo condiviso è una necessità per definire una Visione per Grado, studiarla nei particolari, farla diventare patrimonio comune e assicurare quindi che tale impostazione venga perseguita per i prossimi 10/15 anni.

E ora parliamo di Programmi !




martedì 26 aprile 2016

Grado Tecnologica e Verde - un Tavolo di lavoro permanente

Una visione per GRADO: un "Tavolo di lavoro" allargato

Perché, ad esempio, in Germania si possono permettere di attuare riqualificazioni urbane, progetti complessi che interessano parti di città, estese per 25 ettari (un'area grande come quella compresa tra le Ville Bianchi, il Centro fino alla diga e la zona del porto), in cui abitano 5.000 persone, tedeschi e di altre nazionalità, che si realizzano in 18 anni?
(vedi: Oekologische Stadtemeuerung Nuernberg - Gostenhof/Ost)
La risposta va ricercata in due ambiti: il primo è che in Germania le competenze tra parte amministrativa (uffici comunali) e parte politica è meglio distinta e quindi è impossibile che il nuovo partito di turno, al governo della città, possa stravolgere i progetti in corso. La seconda, a mio avviso la più importante, è che la gente è coinvolta nei processi di decisione e quindi “quel progetto”, quell'idea, diventa patrimonio comune e una scelta condivisa non può essere stravolta!

Se vogliamo fare un salto di qualità, la Visione di Grado futura deve, e ripeto, deve essere una visione da costruire assieme, su cui ragionare, dove i contributi di tutti possano essere accolti e vagliati, scelti con la logica del “buon padre di famiglia”. Non una decisione dell' “uomo solo al comando” di turno.
Altrimenti il rischio è che si continuerà a decidere con una prospettiva di 3-5 anni, cioè quanto dura una amministrazione comunale in carica.

Certamente è la strada più difficoltosa, piena di discussioni e confronti; l'importante però è che la fase della proposta e della discussione avvengano nelle giuste sedi e non solo in locali serali, mentre si parla dello scudetto o dell'ultimo gran premio, come spesso siamo costretti a fare.
Abbiamo bisogno di entrare in questi meccanismi decisionali, assumendoci le giuste responsabilità e dobbiamo cominciare a decidere assieme.

Personalmente ritengo che si debba avere anche un luogo fisico, una sala, disponibile per incontri tematici a cadenza periodica, per affrontare, anche con aiuto di esperti, temi e scelte, sfruttando tutta la tecnologia disponibile, tutti i canali utili che il web ci offre, senza escludere però il ritrovarsi di persona: siamo una piccola cittadina che può recuperare questa importante dimensione.

martedì 5 aprile 2016

Grado Tecnologica e Verde - Banco d'Orio

Grado Tecnologica e Verde
La crisi è un passaggio, una trasformazione, e di trasformazione Grado ha bisogno: gli appartamenti a Grado, “fortunatamente”, non si vendono più. Non riproponiamo gli errori già fatti continuando a costruirne di nuovi con le stesse logiche.

Da anni Amministrazioni più lungimiranti e meno oppresse dalla speculazione, hanno intrapreso la strada del blocco dell'espansione edilizia, puntando sulle altre peculiarità dei luoghi: ambiente, servizi, storia.
Personalmente sono per lo Stop al Consumo di Territorio, per usare uno slogan conosciuto, per puntare con decisione alla riqualificazione dell'esistente e alla ricucitura degli spazi verdi in un sistema di funzioni integrate a basso impatto (per residenti e ospiti), che oggi non c'è, che vada dalla Costa Azzurra alla Pineta e oltre, fino alle frazioni di Fossalon e Boscat.
Dal punto di vista edilizio la zona Sacca è l'unica che possa rappresentare, per un 20-30% della sua superficie, uno spazio per una residenza stabile, con appartamenti da almeno 70 mq. Mi spingo oltre: Grado deve recuperare la sua identità, e mi riferisco al tessuto urbano fino agli anni 50/60 e alle ville dei primi del novecento, attraverso un progetto generale di “Recupero della memoria” (evitando ovviamente banali riproposizioni di edifici in copia), permettendo ai privati di riqualificare gli edifici senza perdere patrimonio e senza crescere in altezza. L'idea è: riprogettiamo il centro con qualità, recuperando anche forme e richiami al passato (Liberty, piazze storiche…) e spostiamo le cubature in eccesso, entro la quota consentita. Riducendo drasticamente la lottizzazione della Sacca potremmo realizzare pochi e nuovi quartieri abitabili, ecologici, in classe energetica A: l'area B0 va mantenuta e se possibile estesa e il Piano regolatore dovrebbe fornire indicazioni precise in base alle zone, attraverso abachi tipologici di riferimento per garantire qualità, continuità e riconoscibilità al tessuto edilizio della città.
Chi vorrà presentare progetti innovativi anche nelle forme dovrà sottoporre il progetto al giudizio di una commissione di esperti di caratura internazionale. Ma su questo, essendo un ragionamento complesso, vorrei esprimermi in altra occasione.

Una seconda riflessione sul territorio esteso.
La Mula di Muggia è una grande risorsa per Grado: una nuova laguna in formazione. La nostra laguna, a detta di studiosi

giovedì 31 marzo 2016


GRADO: UNA NAVE...TECNOLOGICA E VERDE

(prima parte) 
Come una grande Nave “ancorata” a sud di Aquileia e di fronte a Trieste, dal cui ponte si gode una vista e un ambiente unici, l'ospite può spaziare coccolato e accompagnato alternando giornate tra terme, spiagge e natura, ad altre tra Castelli, Collio, città d'arte e di storia, rimanendo comunque ospite della “nave”.

E' importante costruire, o ricostruire, una personalità che permetta alla cittadina di differenziarsi rendendosi unica e riconoscibile a livello internazionale e che possa offrire servizi, anche semplicemente logistici, a tutto il comprensorio.

Non è più possibile per una realtà turistica come Grado proporsi in modo indipendente ed autonomo.
Il futuro dell'economia gradese sta nella capacità di relazione della città e del suo territorio con le realtà limitrofe e non solo: nella capacità di integrazione sia dal punto di vista turistico che dei servizi da offrire alla popolazione.

L'abbattimento dei costi per raggiungere ogni parte del pianeta ci porta ad una concorrenza planetaria e non appare più logico il mantenimento di uno sterile campanilismo di vecchia maniera.

Chi viene in Friuli Venezia Giulia viene per visitare un territorio costellato di interessanti realtà, medio-piccole, che possono diventare attraenti se offerte in modo coordinato e integrato. Altrimenti rischiano di rimanere insufficienti a garantire tempi di soggiorno medio-lunghi, superiori ai due-tre giorni.

giovedì 24 marzo 2016

IL PIANO REGOLATORE NON E' PIU' SUFFICIENTE.

NORIMBERGA - Progetto di riqualificazione urbana: progettato e realizzato in 18 anni (dal 1988 al 2006) - Quartiere di Gostenhof Ost.

Programmare e soprattutto mantenere nel tempo la rotta scelta, pensata e condivisa con la popolazione, è un punto fondamentale e ormai imprescindibile per una corretta amministrazione pubblica, in particolare in Italia.

Più di 5.000 persone spostate dai loro alloggi su una superficie di 25 ettari (un'area grande come la nostra Città Giardino o come una volta e mezza l'Isola della Schiusa), n.2.373 abitazioni ristrutturate, n.2.679 famiglie spostate, assemblee con la popolazione di cui ben il 40% straniera; mediatori culturali per ogni etnia, notiziari multilingue per discutere, collaborare, condividere scelte e problemi, assemblee pubbliche.

Gli obiettivi erano quelli di riqualificare energicamente il parco edilizio, adottare logiche ecologiche sia per gli spazi aperti che per i materiali da costruzione, aumentare il riciclaggio dei rifiuti, ridurre il consumo di suolo.

Cosa hanno ottenuto: un quartiere ecologico, a basso consumo, "dei cittadini" e soprattutto 5.000 persone con una esperienza educativa su questi principi che diventa patrimonio comune di tutti.

Bellissimo esempio di civiltà da riproporre e migliorare nelle nostre Comunità.

martedì 22 marzo 2016

STOP AL CONSUMO DEL TERRITORIO

Negli ultimi anni sono stati fatti grandi passi avanti nella qualità degli edifici, in particolare per quanto riguarda gli aspetti energetici, ma mi sembra che l'attenzione alle tematiche urbanistiche, al progetto del territorio, abbia subito un rallentamento. Questo è un fatto preoccupante, in quanto è la "progettazione e programmazione territoriale" (preferisco questa definizione piuttosto che “urbanistica” per sottolineare la necessità di andare oltre i meri parametri quantitativi) a determinare sostanzialmente la qualità ambientale dei luoghi che abitiamo: pensiamo ai problemi della mobilità e al traffico, al consumo di territorio, ai servizi ben integrati con la residenza e facilmente raggiungibili.
Il Comune di Cassinetta ha fatto scuola, o semplicemente la sua comunità ha avuto il coraggio di scelte condivise e controtendenza.
Abbiamo bisogno di amministratori che abbiano il coraggio di tenere di più al bene della Comunità, che al proprio tornaconto elettorale basato su scelte che possano dare “frutti” in due-tre anni al massimo, cioè per “l'imminente” nuova votazione.

martedì 15 marzo 2016

L'EPOCA DEI CONQUISTADORES È PASSATA

Settore pubblico e privato
Gestione del territorio.
Vi propongo una riflessione sempre attuale. Per approfondimenti c'è il link a fondo pagina

... da BiologicamenteCasa n.16
Questo numero di BiologicamenteCasa propone un tema importante e delicato: “come il settore pubblico e quello privato possono e devono contribuire per una riqualificazione del nostro ambiente urbano e territoriale”.
Progetto Attivo Aquileia 08 ha dimostrato la sua utilità e gratuità. Ha dimostrato che non sempre “a pensar male si pensa bene” e che, anzi, quando si sceglie la strada della diffidenza ci si preclude ad esperienze interessanti ed arricchenti. Alcune amministrazioni per paura che ci fosse un pericolo nascosto, non hanno accettato. Non è facile pensare che tecnici e aziende del settore possano regalare ad un comune idee e proposte, senza chiedere in cambio nulla. Speriamo che altre Amministrazioni desiderino utilizzare tale opportunità, che ha come unico “scotto” quello di discutere le proposte progettuali con la cittadinanza. Tra l’altro l’art. 23 della Legge n.2/2009 sgombra il campo da possibili timori sulla leggittimità della procedura. Il testo prevede recita: “Per la realizzazione di opere di interesse locale, gruppi di cittadini organizzati possono formulare all'ente locale territoriale competente proposte operative di pronta realizzabilita'…”.
L’esposizione del progetto P.A. Aquileia 08 è aperta fino al 20 marzo, presso la Biblioteca comunale.