ADDIO ALLA SPIAGGIA
AUSTRO UNGARICA DI GRADO
Stato attuale:
unica concessione della spiaggia principale gestita da GIT.
Stato futuro
secondo “Variante Spiagge” (adozione 29 marzo 2016):
n.13 stabilimenti indipendenti sullo stile di Lignano o Bilione, senza
storia né tradizione, oltre a barconi galleggianti lungo la diga, di
varie forme, senza regole, gestiti in maniera indipendente e
diversificata dal concessionario di turno, che potrà comunque chiedere un
ingresso per accedervi, esattamente come nella attuale spiaggia GIT.
Siamo di fronte ad
una scelta epocale per Grado, e sottolineo epocale, perché qualcuno
ha deciso di cancellare un secolo di storia senza dire nulla, senza
coinvolgere nessuno. Una variante urbanistica, fatta da un
commissario, e quindi non da una amministrazione eletta dai gradesi,
stravolgendo non solo una realtà turistica che è simbolo, nel bene
e nel male, della città, ma che ne caratterizza fortemente l’immagine turistica. La spiaggia a pagamento di Grado è stata sempre un elemento di qualità rispetto alle spiagge concorrenti.
E’ opinione
personale che, anche nel caso in cui la concessione GIT dovesse
essere cancellata o addirittura la stessa GIT, e non me lo auguro di
certo, dovremmo batterci come Gradesi per mantenere unita la
Spiaggia! l’unità delle spiaggia è un valore aggiunto.
Quella di dividere
la spiaggia, peraltro, è una decisione assunta senza nessun coinvolgimento
della gente, nessuna valutazione allargata, nulla: solo una variante
“d’ufficio”. C’è veramente da indignarsi: un pezzo di Grado
cancellato per autorità imposta e con quale utilità?
Se qualcuno sostiene
che la direzione della GIT non è adeguata, beh, allora discutiamone
ed eventualmente interveniamo lì, ma non non cancelliamo Grado.
Certo, nulla di
nuovo rispetto ai metodi delle più becere e violente amministrazioni
di oscura memoria, ma anche una novità in quanto voluta e attuata da
un “amministratore pro tempore", incaricato dalla Regione di
gestire il passaggio fino alla nuova Amministrazione.
Non ho conosciuto
molto bene il dott. Kovatsch, ma posso dire che mi pare una persona
onesta e sensibile, ma che non conosce Grado e la sua storia. Non ne
conosce le tradizioni. L’unica cosa che non mi sarei aspettato è
che su un tema così importante per la città, abbia voluto comunque
decidere, in fretta e autonomamente, e decidere imponendo la sua
autorità.
Gli effetti per il
nostro turismo ci saranno: un altro livellamento verso il basso
rispetto alle offerte di altre spiagge dell’Adriatico.
Il secondo punto che
mi fa arrabbiare è che nella variante alberghi non è stato
assolutamente considerato il Banco della Mula di Muggia; o meglio, se
ne parla si, ma come un problema rispetto alle nuove concessioni
previste, che arriverebbero ad
interessare anche la spiaggia del
“Bosco” e della Pineta, che si affacceranno su una laguna
interna: ma come! Il Banco della Mula di Muggia diventerà (vedi
studi UNI TS - proff. Bramati, Marocco...) si una nuova laguna, ma con un nuovo
litorale a mare immenso, un "nuovo Banco d’Orio" collegato ad ovest a
Grado (all’altezza del settimo ingresso spiaggia) e a est a
Primero, proprio sulla bocca lagunare. Una nuova spiaggia di circa
7.000 m, contro i 1.600 della attuale GIT. E noi ora la vincoliamo
con concessioni a lungo termine, che stanno sul retro, in mezzo al
fango lagunare, invece di farlo rientrare in un ragionamento di
ampliamento futuro dell’offerta spiaggia ?
Personalmente lo
ritengo sbagliato.
E torno nuovamente
su uno dei punti centrali di una corretta amministrazione quando
vuole dare risposte a medio-lungo termine: contano sì le idee, ma
soprattutto il metodo e il metodo è il coinvolgimento dei cittadini, in particolare su decisioni di questa portata. Termini come Agenda 21, progettazione
partecipata, discussione e valutazione del pensiero popolare sono e
devono diventare centrali nella gestione della cosa pubblica, anche
in Italia, come nel nord Europa, se vogliamo crescere e crescere bene
come Comunità.
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