sabato 9 marzo 2024

LE SABBIATURE a GRADO (la Psammoterapia)

Una risorsa che ci appartiene e che andrebbe valorizzata.
Definizioni dal web: 1 - dal sito “grado.it" “L’uso curativo della sabbia di mare e i suoi straordinari benefici sono di antica memoria alle Terme Marine di Grado. Le sabbiature (o psammatoterapia) sono un trattamento termale che si attua ricoprendo il corpo di sabbia calda con l’impiego di acqua di mare. Sono particolarmente indicate per alcune patologie articolari e forme reumatiche… a partire dagli anni ‘60 i migliori calciatori italiani amano abbinare alla pura vacanza un momento di cura per usufruire dei benefici delle sabbiature.”  2 - dal sito Treccani Tipo di termoterapia praticata già dai tempi antichi, che si attua ricoprendo il corpo (a eccezione della testa) di sabbia calda. Indicata in talune malattie articolari e forme reumatiche. 3 - da WIKIPEDIA ...nel 1892 a Grado (Friuli-Venezia Giulia) venne costruito il primo stabilimento psammatoterapico d'Europa, che diede il via ad un più razionale impiego di tale metodica di cura. In realtà i primi studi controllati sugli effetti biologici della psammatoterapia sono stati effettuati solo a partire dagli anni '50, in particolare per opera dell'Istituto di Idrologia medica dell'Università di Bologna, presso gli Stabilimenti di Grado. Tali ricerche ... consentendo di applicare sulla cute temperature molto elevate (55°-60°) proprio per le caratteristiche del mezzo di applicazione, cioè la sabbia a struttura finemente granulare, la cui discontinuità e secchezza facilitano la sudorazione, consentendo all'organismo di mantenere l'equilibrio termico e di evitare i rischi del colpo di calore. A tale intensa termoterapia si aggiunge la stimolazione di tipo chimico fisico dei granuli di sabbia e delle varie sostanze disciolte nell'acqua di mare che con essi sono commiste. Questo complesso stimolo fisico chimico portato sulla cute del paziente esplica effetti locali con l'intensa ipertemia, e generali, quali le marcate modificazioni del circolo, con variazioni della distribuzione del sangue e dei liquidi interstiziali che inducono attivazione dei processi metabolici, miglioramento del trofismo cellulare e facilitata eliminazione di scorie metaboliche. L'interazione di tali meccanismi realizza un sinergismo di azione estremamente utile e praticamente insostituibile sul piano terapeutico. ... inoltre si ritiene che vengano messi in atto fenomeni di attivazione neuroendocrina ... che si ripercuotono a livello dei connettivi, nel senso di un'azione favorente il riassorbimento degli stravasi ematici, delle essudazioni secondarie e la riorganizzazione dei tessuti lesi. (https://it.wikipedia.org/wiki/Sabbiatura_(medicina)#cite_note-2) ____________
Caspita !
La domanda che sorge spontanea è: ma perché la abbiamo praticamente abbandonata ? Forse gli alti costi di gestione, oppure il periodo di fruizione troppo limitato al solo arco estivo tra giugno e agosto e nelle sole giornate di sole. Oppure anche a causa della “mutua” che non passa più tale tipo di cura… Forse sono concause. Alcune considerazioni personali… Non c’è dubbio che le “Sabbiature” sono state un grande successo, in particolare della città di Grado, che ne detiene storicamente il primato. Una terapia che oggi potrebbe appartenere di diritto sia alla sfera prettamente medica, che a quella termale, del benessere e della cura della persona, oggi molto di moda. Il problema come sappiamo è la sua stagionalità ristretta: per poter effettuare le cure psammoterapiche (sabbiature come le chiamiamo comunemente), c’è bisogno del sole e del caldo estivo. La sabbia poi deve raggiungere circa i 60°. Io in passato mi sono curato con le sabbiature e mi hanno giovato moltissimo. Un problema al femore dovuto a viaggi prolungati in moto anche sotto la pioggia invernale (mi allenavo nell’isontino), e ad un trauma causato da un incidente sulla stessa gamba; ho sofferto di dolori che si sono affievoliti dopo un ciclo di sabbiature che poi ho ripetuto per tre stagioni. Dal 1986 ho dimenticato l’accaduto, non ho più dolori. Ma se volessimo riportarle in auge collegandole idealmente anche ai nuovi progetti termali facendo diventare questa risorsa una ulteriore potenzialità per la nostra Grado ? Il sole scalda anche d’inverno, ma il calore si dissipa velocemente. Se volessimo riprodurle in ambiente protetto, semicostruito, il problema maggiore forse sarebbero i costi di riscaldamento per una struttura che riproponga in modo naturale le condizioni utili e necessarie per la cura: alte temperature e protezione dalle piogge. Inoltre sarebbe assolutamente prioritario riprodurre le stesse condizioni che si verificano nell’arenile esteso. Proviamo ad immaginare un possibile scenario: - Una struttura articolata e bassa, con volumi di servizio alternati ai campi psammoterapici di diverse superfici, tarati e ottimizzati secondo nuovi parametri. Attraverso coperture trasparenti potremmo immagazzinare alte temperature (effetto serra) con il sole, ma che si disperderebbero quasi immediatamente in mancanza di irraggiamento e soprattutto il calore si disperderebbe anche verso il basso, verso la sabbia che non ha una grande capacità di trattenere il calore (basso calore specifico). - Ma se sotto la sabbia, che so, ad una profondità di 80 cm, un metro, ci fosse uno strato di materiale isolante opportunamente protetto ? beh, un miglioramento ci sarebbe, ma i costi di gestione sarebbero comunque elevati, non tanto per isolare la sabbia dal sottosuolo, ma per riscaldarla anche dal basso. - Ma se per riscaldare la sabbia usassimo l’acqua termale di cui la laguna è piena ? (basti pensare ai pozzi delle mote o al progetto di geotermia comunale del 2016 con i due pozzi profondi per il teleriscaldamento, con temperatura dell’acqua superiore ai 60° - https://www.airu.it/teleriscaldamento-geotermico-di-grado-un-successo/). Per scaldare uno strato di 80 cm di sabbia ci vuole lo stesso calore che serve per scaldare circa 15 cm di acqua.
Ricapitolando. Ipotizziamo di poter/voler realizzare un nuovo stabilimento psammoterapico moderno, dove non tutto è lasciato al sole e al clima; dove l’uomo può, tramite risorse comunque naturali (sole e geotermia), controllare il clima nei mesi meno assolati. Pensiamo a dei “campi” di sabbia con superfici da 100 a 200 mq ben orientati, leggermente rialzati rispetto all’intorno (due metri bastano) per non avere coni d’ombra, realizzati tra strutture basse e di servizio. Le coperture potrebbero essere realizzate in vetro/policarbonato che, come è ben noto, intrappolano i raggi del sole anche d’inverno facendo aumentare la temperatura interna, mentre d’estate potrebbero scorrere, aprirsi. Ipotizziamo un sistema ad aria (pompe di calore alimentate dal fotovoltaico) che ci permetta di garantire il giusto rapporto temperatura/umidità interna… In sintesi, di cosa avremmo bisogno per una soluzione di questo tipo: a) una struttura architettonica bassa ed articolata tra volumi di servizio per la psammoterapia e grandi “stanze/serre” rivolte al sole (apribili d’estate), coperte da superfici vetrate/serre in modo da ingabbiare il calore del sole; b) un pavimento strutturale con un “normale” riscaldamento a pavimento opportunamente dimensionato, alimentato attraverso uno scambiatore di calore alimentato dall’acqua dei pozzi caldi (geotermia) presenti e diffusi nel nostro territorio; c) Uno strato di sabbia (che annualmente viene rinnovato) per garantire alle sabbiature la qualità di cui abbiamo bisogno. Non mi sembra irrealizzabile, anzi, mi sembra alla nostra portata sia in termini di investimento che, e soprattutto, potrebbero utilizzare le risorse già esistenti in loco. Lo propongo alla riflessione.

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