martedì 22 marzo 2016

STOP AL CONSUMO DEL TERRITORIO

Negli ultimi anni sono stati fatti grandi passi avanti nella qualità degli edifici, in particolare per quanto riguarda gli aspetti energetici, ma mi sembra che l'attenzione alle tematiche urbanistiche, al progetto del territorio, abbia subito un rallentamento. Questo è un fatto preoccupante, in quanto è la "progettazione e programmazione territoriale" (preferisco questa definizione piuttosto che “urbanistica” per sottolineare la necessità di andare oltre i meri parametri quantitativi) a determinare sostanzialmente la qualità ambientale dei luoghi che abitiamo: pensiamo ai problemi della mobilità e al traffico, al consumo di territorio, ai servizi ben integrati con la residenza e facilmente raggiungibili.
Il Comune di Cassinetta ha fatto scuola, o semplicemente la sua comunità ha avuto il coraggio di scelte condivise e controtendenza.
Abbiamo bisogno di amministratori che abbiano il coraggio di tenere di più al bene della Comunità, che al proprio tornaconto elettorale basato su scelte che possano dare “frutti” in due-tre anni al massimo, cioè per “l'imminente” nuova votazione.
In alcuni Paesi europei la quota di costruzione di alloggi pubblici è superiore al 40%, in Italia siamo attorno ad 1 o 2 punti in percentuale rispetto al totale delle costruzioni. Abbiamo bisogno di maggior presenza degli IACP-ATER, in modo da garantire quote sempre più elevate di edilizia pubblica. E perchè no, anche di nuovi soggetti che operino sul territorio.

Perchè non pensare a nuove forme di partecipazione associata di Istituti bancari, Enti, Comuni, Associazioni di consumatori, che utilizzando le loro competenze e professionalità, potrebbero dare vita a Società che stiano a metà tra il concetto di cooperativa e quello di società a scopo di lucro: avrebbero le competenze tecniche, le possibilità economiche e finanziarie, quelle sociali, per progettare, costruire e assegnare gli alloggi riducendo le plusvalenze al minimo a vantaggio della qualità. Avrebbero anche la solidità economica e l'autorevolezza necessaria per garantire i cittadini interessati.
Ricordiamoci che il maggior guadagno (la plusvalenza) è giustificabile, a mio avviso, solo dal rischio di impresa, dovuto alla incertezza del buon esito imprenditoriale. I rischi si concentrano in modo particolare sulla certezza della vendita e sulla solvibilità degli acquirenti: fattori che si concretizzano solitamente dopo la realizzazione e l’impegno economico dell’Operatore


Ma se queste due variabili fossero valutate e risolte prima dell'inizio delle operazioni? Magari attraverso liste di partecipazione simili ai bandi casa? Il cerchio si dovrebbe chiudere. Varrebbe la pena di tentare, non solo per aumentare la qualità edilizia abbattendo i prezzi di vendita, ma anche per una migliore qualità ambientale del nostro territorio.

Editoriale del n. 19 di BiologicamenteCasa

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